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Danno da malattia professionale: indennizzo INAIL e risarcimento su due piani distinti

Il 17 febbraio 2016 è stata depositata una sentenza della Corte di Cassazione (Cass. Civ. 17/02/2016 n. 3074) che, inter alia, puntualizza che l’indennizzo INAIL ed il risarcimento per la malattia professionale si pongono su due piani diversi, in quanto diversa è la loro collocazione sul piano costituzionale: l’indennizzo trova la propria ragion d’essere nella finalità solidaristica prevista dall’art. 38 Cost., mentre il risarcimento del danno biologico trova il suo fondamento nell’art. 32 Cost. che tutela il diritto alla salute ed all’integrità psico-fisica. Per tale ragione, dunque, le somme liquidate dall’INAIL, costituendo un mero indennizzo, comportano tre distinti effetti:

  1. il versamento della somma INAIL non esaurisce il diritto al risarcimento del danno biologico patito dall’assicurato;
  2. l’indennizzo è svincolato dalla sussistenza di qualsivoglia illecito commesso dal datore di lavoro;
  3. detto indennizzo cessa con la morte del lavoratore.

L’interpretazione costituzionalmente orientata dell’indennizzo e del risarcimento del danno da malattia professionale comporta, dunque, che le prestazioni eventualmente erogate dall’INAIL non ristorano il danno patito dal lavoratore infortunato o malato, il quale dovrà provare la sussistenza di un danno non patrimoniale causato da una condotta del datore di lavoro, non potendosi rinvenire tale responsabilità in re ipsa.

La Corte di Cassazione, inoltre, ha affermato il principio in base al quale il giudice di merito, nell’accertare la responsabilità del datore di lavoro, può porre a fondamento della propria decisione anche presunzioni. In particolare, la Suprema Corte, in tema di accertamento della malattia professionale, asserisce che la prova presuntiva può costituire anche l’unica fonte di convincimento del giudice, a condizione che il danneggiato abbia allegato tutti gli elementi che, nella concreta fattispecie, siano idonei a fornire la serie concatenata di fatti noti che consentono di risalire al fatto ignoto.

Nel caso di specie, la Suprema Corte ha accolto il ricorso depositato dagli eredi di un lavoratore, avendo questi dedotto in giudizio materiale rilevante e sufficiente a determinare la responsabilità datoriale nella causazione della malattia.