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Licenziamenti collettivi: da gennaio le novità

A partire dal 1° gennaio 2017, per effetto di quanto previsto dall’art. 2, co. 71 della legge n. 92/2012, saranno abrogate una serie di disposizioni riguardanti le procedure di riduzione del personale e la ricollocazione dei lavoratori espulsi dai processi produttivi.

Le novità dal punto di vista datoriale

La prima importante novità attiene al fatto che, con l’anno nuovo, il datore di lavoro che intenda procedere ad un licenziamento collettivo non sarà più tenuto a pagare all’Inps il c.d. “contributo di ingresso alla mobilità”. Al suo posto, per ogni lavoratore a tempo indeterminato nei confronti del quale è attuato il recesso, sarà dovuto il “ticket licenziamento”, il quale consiste in un contributo di ingresso alla Naspi (trattamento cui il lavoratore accederà per effetto del licenziamento collettivo), rapportato all’anzianità aziendale di ogni singola posizione.

L’art. 35, co. 2 della legge n. 92/2012, per favorire il raffronto sindacale, prevede altresì che, in caso di mancato accordo, l’importo di questo ticket verrà moltiplicato per tre in relazione ad ogni lavoratore licenziato.

Al pagamento di questo ticket saranno tenute, a differenza di quanto accade oggi con il contributo di mobilità, anche le imprese in procedura concorsuale e quelle che hanno sottoscritto un accordo per la ristrutturazione del debito ai sensi dell’art. 182-bis della legge fallimentare.

La seconda novità attiene al fatto che, con l’abrogazione delle liste di mobilità, il 31 dicembre 2016 sarà l’ultimo giorno in cui verranno applicate le agevolazioni connesse ai lavoratori che fino ad oggi vi erano iscritti.


Le novità per i lavoratori

Dal 1° gennaio 2017 scompariranno le liste di mobilità e, con queste, l’indennità di mobilità che percepivano i lavoratori a seguito del licenziamento collettivo. In sostituzione dell’indennità di mobilità, questi ultimi percepiranno esclusivamente la Naspi (per un massimo di due anni).

Nel mese di dicembre 2016, si avvierà inoltre la fase di sperimentazione degli assegni di ricollocazione, che dovrebbero entrare ufficialmente a regime nel 2017. Tale sperimentazione investirà circa ventimila disoccupati che si sono iscritti nell’apposito portale Anpal e che sono percettori della Naspi da almeno quattro mesi.

Il programma di politica attiva durerà sei mesi, prorogabili di ulteriori sei. In questo arco di tempo, il disoccupato sarà inserito in un percorso intensivo di ricerca di un impiego, affiancato da un tutor. A seconda del suo profilo (e quindi della difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro) riceverà l’assegno di ricollocazione, di entità variabile. In particolare, ogni voucher potrà oscillare da 250 a 5.000 euro.

Il lavoratore potrà rifiutare un’offerta di occupazione solo se non è congrua: in caso contrario, perderà anche il diritto a ricevere l’assegno di disoccupazione.